Chi
l’ha detto che le feste portano solo felicità e allegria?
Non
è assolutamente vero. Lo scrittore Manganelli scrive in proposito: “L’infelicità del Natale è un’infelicità elusiva, viscida,
serpentesca, e insieme calamitosa. Sembra di vedere tutte le imperfezioni della
propria vita e il fatto che ciò capiti in un periodo che invece, sin da
bambini, si è stati educati a vedere in modo magico provoca uno stridente e
inappropriato senso di colpa. Le festività e le ricorrenze scandiscono le
stagioni da sempre, rimandando un’immagine idilliaca e buonista, di “letizia
forzata”, che spesso non ci appartiene, provocando l’insorgenza di sentimenti
di tristezza e di umore depresso. Abbiamo l’amara sensazione di dover scattare
una specie di fotografia psicologica e affettiva che costringe al confronto e
alla differenza fra ciò che dovremmo essere e non siamo, che dovremmo provare e
non proviamo…..”.
Le
parole dello scrittore milanese ci fanno realizzare che spesso il Natale non è solo stelle
rosse e pacchetti luccicanti, per molte persone il Natale non è proprio un momento di festa e,
anzi, i tanti sorrisi e gli auguri di felicità possono addirittura infastidire
chi dentro sé stesso non trova la minima traccia di un’emozione positiva.
Essere
infelici a Natale ci sembra un paradosso: ci fa sentire in colpa, sembra
ingiusto, un tradimento del comune sentire e gioire. Ci dispiace rovinare la
festa agli altri, ma spesso non riusciamo a nascondere questo stato d’animo.
Negli altri giorni i sentimenti tristi sembrano meno intensi e presenti e pertanto tollerabili. E’ proprio il
contrasto con l’ideale perfetto della ‘felicità natalizia’ che rende in questi
giorni più aspra la pena.
Le
festività natalizie sono considerate senza dubbio un evento stressante da un
punto di vista psicologico, che talvolta si arena nella cosiddetta “depressione
natalizia”, una tristezza profonda che coglie prima, durante e dopo le festività.
Il
Natale, festeggiamento collettivo del bene e celebrazione dell’amore assoluto,
può amplificare il personale vissuto del dolore, della perdita, dell’abbandono,
renderlo più acuto, più intenso. La solitudine potrebbe disegnare confini più marcati
tra noi e gli altri che appaiono felici.
Sin
dal primo famoso articolo apparso nel 1981 sugli Archives of General
Psychiatry, dal titolo significativo di ‘Christmas and psychopathology’, si è
descritto il cosiddetto ‘Christmas Effect’,
che provoca un aumento dei ricoveri e delle richieste di aiuto per motivi
psicopatologici. In particolare disturbi depressivi e disturbi alimentari
psicogeni soprattutto per donne ed anziani.
Più
spesso la depressione di Natale è di breve durata, da pochi giorni a poche
settimane ed in molti casi passa quando le vacanze sono finite e si ritorna
alla routine quotidiana. Qualcuno però va oltre e finisce per passare dall’infelicità,
sentimento comunque normale, alla depressione clinica. Ci sono molte cause per
questo tipo di disturbo dell’umore che può diventare una vera depressione, con
sintomi che sono gli stessi della depressione clinica.
Quali fattori possono contribuire alla
depressione di Natale?
- Aumento dello stress
– Fatica
– Aspettative non realizzate
– Vulnerabilità biologica alla stagione ed alla scarsa irradiazione solare
– Difficoltà a stare con la famiglia
– Ricordi di celebrazioni passate
– Pressione sociale per i consumi eccessivi
– Cambio della dieta
– Cambiamenti nella routine quotidiana
– Fatica
– Aspettative non realizzate
– Vulnerabilità biologica alla stagione ed alla scarsa irradiazione solare
– Difficoltà a stare con la famiglia
– Ricordi di celebrazioni passate
– Pressione sociale per i consumi eccessivi
– Cambio della dieta
– Cambiamenti nella routine quotidiana
I sintomi più comuni della depressione da
festività sono:
- Mal di testa
- Disturbi del sonno
- Cambiamenti nell’appetito
causati da perdita o aumento di peso
- Agitazione o ansia
- Sensi di colpa
- Diminuzione della capacità a
pensare chiaramente o a concentrarsi
- Soffrire per coloro che
mancano e non riuscire a godere della presenza e dell’affetto di chi ci è
vicino
- Abulia, incapacità di
divertirsi e di condividere la gioia con gli altri
- Aumentata litigiosità per
motivi futili, facilità al pianto
- Diminuzione dell’interesse in
attività che normalmente portano piacere come: cibo, sesso, lavoro, amici,
hobby e divertimenti
- Tristezza persistente, ansia,
ma soprattutto senso di “vuoto”
-
Pessimismo, sfiducia nel futuro
Talora
queste sensazioni accompagnano tutto il periodo, per poi svanire finite le
festività, altre volte proseguono anche dopo e possono anche aggravarsi.
In
questi casi è necessario chiedere un aiuto specialistico.
In
conclusione ci chiediamo: come è possibile difendersi dalla depressione da
feste?
Ecco
qualche utile suggerimento:
- Impariamo ad accettare il fatto che non siamo davvero
obbligati a professare felicità: se stiamo vivendo un momento
difficile non possiamo obbligarci ad essere felici, piuttosto dobbiamo
prenderci spazio e tempo per esprimere il nostro dolore, non per negarlo
- Condividiamo questi vissuti con altre persone care: senza
vergognarci, parliamo di come ci sentiamo. Questo consentirà di superare quel
sentimento di solitudine che alimenta ulteriormente la tristezza e di
normalizzare l’emozione provata. Insieme ad altre persone, inoltre, è possibile
trovare maggiori modalità di superarla in maniera efficace.
- Stiamo attenti agli eccessi: mangiare
o spendere eccessivamente. In particolare freniamo la compulsione da shopping
che è sempre un’arma a doppio taglio: compensatoria ma potenzialmente
depressiva, se non fatta nella giusta misura; molte persone non possono
spendere quanto vorrebbero per i regali, o spendono più di quanto realmente
possono. Questo è un fattore potenzialmente depressivo
-Cerchiamo di non indugiare troppo in ricordi di
celebrazioni passate, che inevitabilmente portano al confronto triste o alla
malinconia
- Non stravolgiamo i nostri ritmi abituali: Non
cercate di fare più cose di quelle che potete fare, tenete il vostro ritmo.
Prendetevi il vostro tempo, organizzate delle pause per recuperare e
rilassarsi
- Non isoliamoci: se ci sentiamo soli possiamo
provare ad aiutare chi potrebbe avere bisogno di noi: sono moltissime comunità
che organizzano il Natale per i poveri, per i malati, per i bisognosi.
Partecipare ad un progetto di questo tipo potrebbe nutrire il nostro spirito e
farci sentire davvero parte di un gruppo che vive il senso della solidarietà,
non scartando regali ma avvicinandoci agli altri
- Cerchiamo di evitare il ‘Post Cristhmas let-down’,
cioè le crisi del dopo Natale con programmi adeguati: ad esempio non rimanete
privi di progetti poiché può favorire la melanconia.
- Facciamo attenzione a non formulare propositi di
cambiamenti drastici dopo Capodanno: del tipo parto volontario in
Africa o trovo l’uomo della mia vita…ma poniamoci degli obiettivi realistici da
raggiungere gradualmente
- Facciamo attività fisica all’aria aperta: nonostante
il clima e soprattutto nelle ore di luce (va bene anche fare lunghe
passeggiate)
- Cerchiamo di capire quali possano essere i motivi
veri della forma depressiva, utilizzandola come una risorsa per individuare un punto da dove
partire per lavorare su di sé. Se i nostri vissuti di depressione proseguono
anche dopo le festività e sentiamo di vivere un disagio che non riusciamo più a
gestire da soli non vergogniamoci a chiedere l’aiuto di uno psicologo
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